Consiglio comunale: schermaglie e tensioni
di Alessandro Claudio Giordano
Quella appena trascorsa è stata una seduta consiliare, che ha confermato quanto le aspettative misurate nei giorni precedenti avessero anticipato. Nel clamore delle dichiarazioni dei responsabili dell’opposizione c’erano elementi che ci avevano preparato ad un consiglio intenso e combattuto.
Si è stato un confronto serrato con un leit motiv che si aggiorna e rinnova ad ogni seduta, ma che non si smarca da una situazione generalizzata che ci stà accompagnando un un poco come base di dibattito dall’inizio della legislatura. La cronaca consiliare registra la prima seduta da consigliere comunale di Sara Manassero, 49 anni, prima esclusa dal Pd nelle elezioni comunali del 2022 con 116 voti. Carmelo Noto, capogruppo del Pd si era dimesso nei mesi scorsi, dopo ventidue anni in consiglio comunale, per incompatibilità della carica di consigliere con il suo nuovo lavoro in Comune. Sara Manassero sarà anche componente effettiva, della IIª commissione (Urbanistica, Piano Strategico e Valorizzazione del Patrimonio) e componente supplente nelle commissioni IVª (Comparti produttivi, terzo settore, relazioni internazionali, sport, manifestazioni, turismo, metro montagna. tra i temi importanti trattati c’è stata la nomina del dirigente del Comune Giorgio Rinaldi come nuovo direttore amministrativo del Santa Croce di Cuneo. il problema centrale rilevato era requisito dei cinque anni di attività in enti o strutture sanitarie, che sarebbe richiesta per l’incarico che l’ex dirigente del Comune è andato a ricoprire. “Al momento della nomina non avevo colto immediatamente la gravità della vicenda. Ci sono norme che fanno riferimento al fatto di avere almeno cinque anni di esperienza nel settore sanitario. All’interpellanza in Regione, sembra che l’assessore Icardi abbia detto “Non sono un avvocato e non rilascio pareri legali”.
Mi limito a dire che il problema posto è di diritto, ma è anche una questione politica”. Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) ha sottolineato: “È una questione di una semplicità disarmante: c’è una legge che dice espressamente che per essere direttore amministrativo in quel tipo di struttura bisogna avere avuto almeno cinque anni di esperienza in ambito sanitario. Nel curriculum di Rinaldi mi risulta che non ci sia questa esperienza, ma nel suo atto di nomina il commissario sostiene che è tutto a posto. Mi chiedo come è stato possibile? Ricordiamoci che qui è in gioco il partenariato pubblico privato”. Giuseppe Lauria ha spostato invece l’attenzione dall’azienda ospedaliera al Comune: “Il dottor Rinaldi era una figura importante nell’organigramma del Comune, per molti settori: è così ininfluente per l’azienda Comune, il fatto che ora il dottor Rinaldi non ci sia più?”. Il sindaco Patrizia Manassero ha sottolineato come “La questione della legittimità di quell’assunzione va posta a colui che ha firmato l’atto: il dottor Tranchida ha firmato un provvedimento e se ne assume tutte le responsabilità del caso. Io auspico che la cautela ci sia stata e che l’azienda Santa Croce e Carle abbia assunto le decisioni con le competenze del caso. Spero inoltre che dall’assessore regionale arrivino certezze in merito e non risposte vaghe”. Altro tema all’ordine del giorno era la nomina di Silvano Enrici (Centro per Cuneo),ad un incarico fiduciario legato alle infrastrutture della città che l’avrebbe portato fuori dal consiglio comunale (sostituito da Gabriella Roseo). Un impegno che era un continum del lavoro che il consigliere sta già svolgendo con delega. In realtà, tutto si è risolto in una bolla di sapone anche di fronte alla convocazione della conferenza dei capigruppo. L’impressione al di là dell’esito del consiglio, e come già ripetuto in più occasioni, è che oggi la politica consiliare è di fatto bloccata su tematiche che solo in parte sono riconducibile a posizioni politiche, ma piuttosto di merito. Così emerge come elemento dissonante la composizione di una maggioranza in cui un partito il Pd, si alterna a realtà riconducibili ad esperienze si politiche ma non di partito e questo potrebbe essere l’anello debole che in qualche modo condivide con la minoranza. Ancor più, e questo vale per tutte le parti in campo. Serve allora un piano programmatico per la città e questo non si può esaurire in una legislatura. Più semplicemente pensare ad esempio, ad un intervento su piazza Europa dimenticando la progettualità di eventuali parcheggi di testata o l’armonizzazione urbana delle frazioni che sono state in parte sacrificate soprattutto in questi ultimi anni, sarebbe un errore decisivo soprattutto per lo sviluppo della città e del suo agglomerato urbano. Per questo in questo frangente la politica deve dimenticare i voti che hanno contribuito a comporre il consiglio comunale, ma la città aprendo a d un confronto che come spesso si è ripetuto và oltre le scadenze elettorali, ma guarda piuttosto alla gente.