Cuneo città moderna
di Alessandro Claudio Giordano
Cuneo ha rappresentato per molti anni l’esempio di città fortezza, ma anche il pass partout per accedere alla pianura. Contesa da quanti l’avrebbero voluta roccaforte militare, difesa dai fiumi Stura e Gesso e da mura importanti, respinse negli anni gli assedi di quanti, ma con l’arrivo delle truppe napoleoniche e l’attuazione del il Plan et projet d’aggrandissement et embellissement che nel 1802 fu il primo piano regolatore che trasformò la città.
Di poco precedente era stata la Convenzione di Alessandria che nel 1800 aveva stabilito, inseguito alla battaglia di Marenco, l’abbattimento delle mura cittadine. Cuneo così nacque a nuova vita trasformandosi in una città moderna. Quella che negli sin dal Medioevo era la Platea o strada principale divenne la contrada Maestra e nel 1874 Via Nizza, (prese il nome di Via Roma intorno al 1900). Importante è considerare sempre questo come primario l’asse viario della città. Una strada larga appena trenta sette metri, priva dei portici attuali e con qua e là tetti di legno e tende improvvisate sotto le quali c’era qualche banco di vendita o qualche giaciglio per animali. Negli anni successivi vennero effettuati degli interventi importanti per migliorare e rendere più accessibile al commercio l’intera area.
Considerando gli inverni rigidi e le frequenti nevicate si decise di costruire sia a destra sia a sinistra della Via Maestra dei portici in muratura e sopra di loro nuovi alloggi, così da consentire un nuovo sviluppo urbano. Per poter sfruttare qualsiasi spazio a disposizione ai portici si aggiunsero le “Trappe”, botole ancor oggi presenti, che collegavano con scale interne i magazzini dove i bottegai che lasciavano il banco in superficie riordinavano la sera la merce. La costruzione dei portici coprì i frontali di molte vecchie case, perdendo spesso finestre o balconi. Così negli anni successivi dovettero intervenire per eliminare via via i dislivelli creando i marciapiadi che poi vennero coperti dal selciato. La costruzione poi di terrazzi di collegamento tra un palazzo e l’altro consegnarono alla città una strada assolutamente protetta dalle intemperie e dal sole. sole sia dalle intemperie. Nel 1853 si iniziarono poi i lavori per la sostituzione del selciato a ciottoli con le lastre di pietra. I lavori iniziarono sul lato Gesso, mentre, per mancanza fondi, la pavimentazione del lato Stura fu effettuata in solo in un secondo tempo causa mancanza di fondi. Da lì i portici lato Gesso sono i “Portici degli aristocratici” quelli lato Stura i “Portici dei poveri”. Le contaminazioni sabaude e prima francesi resero Cuneo seppure nella sua dimensione, città moderna anche da un punto di vista architettonico. La creazione di piazza Nizza ne è un esempio.
Una piazza che guarda alle montagne, circondata da edifici neo classici e si estende per 24.000 metri quadrati. Venne costruita dalle truppe francesi ed nel primo progetto l’avrebbe voluta grande la metà. Fu ampliata per permettere l’affluenza del commercio che verso la Cittadella nei primi anni dell’ottocento era in piena espansione. Infatti nell’attuale Piazza Virgilio (poco lontano dalla Chiesa di San Francesco) c’era il mercato ortofrutticolo, ancora sulla via Nizza l’autunno, quello delle castagne e dei bozzoli della seta, sull’angolo dell’attuale via Barbaroux e Via Nizza (poi via Roma) per un periodo venne allestito il mercato del bestiame per poi essere spostato a metà dell’ottocento al Foro Bovario (o Boario). Quella cuneese era un’economia spiccatamente agricola. L’allevamento del bestiame, soprattutto bovino, suino, ovino e caprino, ha sempre avuto un ruolo di primo piano nell’economia cuneese, e richiedeva anche la presenza di uno specifico mercato. Dal 1814 la dinastia sabauda riprese il controllo dei territori del cuneese e tre anni più tardi, nel 1817, Cuneo ottenne finalmente l'erezione a sede vescovile, restituendo al clero, molto penalizzato nel periodo napoleonico, quel ruolo che era andato perduto. Nel 1846 nacque il primo asilo infantile cattolico, si ampliarono le scuole elementari grazie all'amministrazione comunale, che nominava e pagava propri maestri, e venne aperta anche la prima scuola tecnica. Importante comunque ricordare anche la costruzione del Teatro della Società (l'odierno Teatro Civico Toselli) che nacque su proposta del Prefetto del Dipartimento dello Stura, Degregory, del comandante del Dipartimento, Gen. Compans, del Sindaco Conte Cairotti di Chiusano, e di altri trentasei privati cittadini che volevano trasformare in teatro, o meglio in “sala per spettacoli”, l’edificio già dei monaci Cappuccini, passato in proprietà della Confraternita della Misericordia. Così come venne fondata la Biblioteca Civica, la più antica dell’intero Piemonte. Istituita nel 1802 grazie all’acquisizione di molti libri provenienti dalla soppressione per mano francese degli ordini monastici quando Cuneo era capoluogo del Dipartimento dello Stura. Cuneo crebbe lasciandosi alle spalle un cliquè di città militare poco incline a rendersi moderna. In un contesto di sviluppo indotto anche dall’influenza prima napoleonica e poi sabauda, i cuneesi seppero cucirsi addosso un abito più dinamico ed europeo e la città ne ebbe enormi vantaggi con progetti ed iniziative che la aiutarono a crescere nei decenni successivi oltre il novecento. In pochi decenni Cuneo divenne importante commercialmente e cambiò molto per prospettive ed ambizioni, un paradosso forse per una città che per anni fu costretta ai margini, terra di confine e piazzaforte militare con poche prospettive. Tant’è ci riuscì con la determinazione e la volontà un poco francese e molto piemontese.