Cuneo, il consumo del suolo: considerazioni e suggerimenti
di Alessandro Claudio Giordano
Il consumo di suolo in Italia non si ferma e l’impressione e che si stia facendo troppo poco per ridurre il fenomeno, tanto che la velocità con cui si tende a rallentare il processo “è ancora molto lontana dagli obiettivi europei, che prevedono l’azzeramento del consumo di suolo netto (bilancio tra il consumo di suolo e l’aumento di superfici naturali attraverso interventi di demolizione, deimpermeabilizzazione e rinaturalizzazione), da report curato dall’Ispra. Che cosa implica il consumo di suolo?
Intanto tutto questo incide sul depauperamento del nostro patrimonio paesaggistico, storico-artistico e naturale. Dato a margine, la copertura di superfici con cemento ed asfalto fa rilevare una differenza di temperatura estiva tra aree a copertura artificiale rispetto a quelle rurali: oggi siamo su valori superiori a 2°C nelle città più grandi. Il consumo di suolo colpisce anche le aree naturalistiche protette e quelle vincolate per la tutela paesaggistica e le aree a rischio sismico e idrogeologico. Ed è la causa delle trasformazioni del paesaggio e della frammentazione del territorio, che sta provocando una progressiva riduzione della superficie degli ambienti naturali e semi naturali e un aumento del loro isolamento. Il consumo di suolo in Italia continua a trasformare il territorio nazionale con velocità elevate. Nell’ultimo anno, le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 69,1 km2, in media, circa 19 ettari al giorno, il valore più alto degli ultimi 10 anni. Un incremento che mostra un’evidente accelerazione rispetto ai dati rilevati nel recente passato, invertendo nettamente il trend di riduzione degli ultimi anni e facendo perdere al nostro Paese 2,2 metri quadrati di suolo ogni secondo e causando la scomparsa irreversibile di aree naturali e agricole.
Dati alla mano tratti dall’ultimo report nazionale Ispra i valori percentuali più elevati del suolo consumato sono in Lombardia (12,12%), Veneto (11,90%) e Campania 10,49%. Gli incrementi maggiori, indicati dal consumo di suolo netto in ettari dell’ultimo anno, sono avvenuti nelle regioni Lombardia, con 883 ettari in più, Veneto (+684ettari), Emilia Romagna (+658), Piemonte (+630) e Puglia (+499). Valle d’Aosta, Liguria, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Basilicata e Calabria sono le regioni che, quest’anno, hanno avuto incrementi inferiori ai 100 ettari. In termini di incremento percentuale rispetto alla superficie artificiale dell’anno precedente, i valori più elevati sono in Abruzzo (+0,78%), Piemonte (+0,37%), Campania (+0,34%) Emilia-Romagna (+0,33%). La densità dei cambiamenti netti del 2021, ovvero il consumo di suolo rapportato alla superficie territoriale, rende evidente il peso del Nord-Ovest che consuma 2,70 metri quadrati ogni ettaro di territorio, e del Nord Est (2,45 m2/ha) contro una media nazionale di 2,10m2/ha. Tra le regioni, la densità del consumo di suolo è più alta in Abruzzo (3,88 m2/ha), Veneto (3,73 m2/ha), Lombardia (3,70 m2/ha) e Campania (3,60 m2/ha). In termini di suolo consumato pro capite, i valori regionali più alti risentono della bassa densità abitativa tipica di alcune regioni. Il Molise presenta il valore più alto (592m2/ab) quasi 200 m2 in più rispetto al valore nazionale (366 m2/ab), seguita da Basilicata (582 m2ab) e Valle d’Aosta (564 m2/ab). Lazio, Campania, Liguria e Lombardia presentano i valori più bassi e al di sotto del valore nazionale. Limitandosi alla crescita annuale, l’Abruzzo (3,27 m2/ab), è la regione che presenta i valori più alti, mentre in Liguria si registra il valore più basso (0,26 m2/ab). Passando invece ai dati locali per capoluogo Cuneo rileva un 15,66 % di suolo consumato come Alessandria, mentre Asti di attesta al 13,63%, Vercelli 16,27%, Verbania 18,25%, Biella il 20,61% Novara il 20,71%, mentre Torino vola al 65,01%. Chi però ha incrementato di più il consumo tra il 2020 ed il 2021 è Novara con il 33, 53% in più. Ugo Sturlese fa il punto sul nostro comune “La valutazione sul consumo di suolo deve necessariamente tenere conto del suo andamento storico con le numerose varianti approvate a partire però dal dato di partenza e cioè dell'esistenza di un PRG (2008, approvazione definitiva) sovradimensionato con una capacità insediativa residenziale teorica di 69.785 abitanti ed un’offerta nuova di 15.217 a fronte di una demografia completamente ferma da quarant’anni attorno ai 57.000 abitanti, ed una superficie territoriale iniziale di 6.967.492 mq ridotta con la variante 23 (2016) a 6.385.566 (soprattutto, credo, per dismissione di grandi aree industriali o per altro verso ridestinate (con riserva?) a uso agricolo, mentre l'attuale variante 31 come abbiamo visto la aumenta di 69.426 mq. in controtendenza considerato il dato iniziale. Ugualmente la SUL passa da 4.784938 agli attuali 4.578.459, ma con minima riduzione di 435 m2 rispetto sempre alla variante 23 (-180.732). Ma nel frattempo sono stati promessi o consentiti permessi, dal 2017 al Febbraio 2020 per circa 466.000 m2, che io ho calcolato con il Contatore del consumo di suolo", che potenzialmente sono in grado di far esplodere visibilmente e concretamente il consumo di suolo, come nei citati casi del Centro Amazon (177.000 m2) o ex-AUCHAN 77.000 mq. Ho avuto modo di evidenziare più volte alla giunta questa necessità. Così come l’eventuale costruzione del nuovo ospedale passerà per un intervento sul piano Regolatore, una verifica sulle concessioni oltre ad un’attività sul sistema viario dell’area. Stiamo litigando sul regolamento dei quartieri e la giunta deve muoversi ascoltando le esigenze rilevate. Servirebbe a questo punto un documento di impegno su “Consumo di suolo zero” o “quasi zero” che aprisse il percorso per una revisione del PGR. Questa però non è una dimenticanza, ma la conseguenza degli equilibri traballanti di una giunta in continua difficoltà. La conclusione è che le condizioni di partenza di un PGR enormemente sovradimensionato e ad alto consumo di suolo, potranno mettere in crisi il sistema ambientale. per questo occorre fare d’urgenza una variante strutturale a salvaguardia per un consumo del suolo quasi zero finchè si è ancora in tempo. Anche se temo dovremo ancora lavorare tanto.”